Libro

I documenti sociali della Chiesa. Da Leone XIII a Giovanni Paolo II

Dottrina sociale, Chiesa Cattolica, Documenti

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Aa.Vv.

Libreria Editrice Vaticana, 1991

15×21 cm. 617 pagine

Ma perché studiare la Dottrina sociale della Chiesa? Afferma Benedetto XVI: “La Dottrina sociale della Chiesa illumina con una luce che non muta i problemi sempre nuovi che emergono” (Caritas in veritate, n. 12). Scrive Paolo Venzano su focolareliguria.altervista.org:

“La Dottrina sociale della Chiesa è un patrimonio, di valore inestimabile, che chiede solo di essere conosciuto, non meno delle fonti da cui attinge il suo valore. Di lì a “innamorarsi di esso” il passo è breve. Così come sarà poi immediata la volontà di calarlo, nel modo più adeguato, nelle vicende personali e comunitarie, nazionali e internazionali, col risultato di veder collocato o ricollocato l’uomo nella posizione che gli compete e quindi di veder germogliare la giustizia e la pace, la solidarietà e l’amore là dove regnava il sopruso, la violenza e la morte. L’esperienza lo conferma”.

Molti cristiani e uomini di buona volontà impegnati nella Pubblica Amministrazione, anche se per altri aspetti preparati all’impegno politico, non sanno spesso come tradurre in modo adeguato, a favore dei cittadini, idee e progetti in se stessi utili e validi. La dottrina sociale cristiana suggerisce i principi, i valori e non di rado le modalità concrete per fornire alle persone, e nel modo più soddisfacente, i servizi che giustamente esse si aspettano da chi è stato eletto ovvero assunto per questo.

QUARTA DI COPERTINA

«Quando Leone XIII scrisse l’enciclica “Rerum novarum”, non c’era ancora una vera e propria dottrina sociale della Chiesa, nel senso di un insieme organico di principi e di orientamenti in ordine alla retta soluzione della cosiddetta “questione operaia”. C’era certamente un ricco patrimonio religioso-morale, derivante dal messaggio di Gesù, dalla dottrina degli Apostoli, dalla tradizione ecclesiastica, a cui era possibile attingere ispirazione e criteri pratici per tale questione…

La data del 15 maggio 1891 aprì un processo di riflessione e di approfondimento scientifico nel vasto campo sociale, quale pochi forse avrebbero immaginato: la “Rerum novarum” segnò veramente una svolta … Si sono distinti, come elaboratori della dottrina sociale della Chiesa ed insieme come sostenitori dell’azione dei cattolici in campo sociale, Pio XI con la Quadragesimo anno, Pio XII nel Messaggio della Pentecoste del 1941 ed in altri fondamentali Messaggi, Giovanni XXIII con la Mater et magistra e con la Pacem in terris, Paolo VI con la Populorum progressio e con l’Octogesima adveniens …

Come erede di questo Magistero, ho affrontato anch’io i problemi della vita sociale e dell’economia moderna secondo le nuove dimensioni, da essi assunte in questi anni (encicliche Laborem exercens e Sollicitudo rei socialis). Sono pienamente convinto della necessità e dell’attualità della dottrina sociale, al cui sviluppo sono impegnati, in primo luogo, il Papa e i Vescovi come pastori del popolo di Dio. Ma tale dottrina si costruisce anche con l’apporto sia dei teologi e dei moralisti, sia degli studiosi di economia, sociologia, scienze della politica, ecc.»

(dalle parole pronunciate da Giovanni Paolo II al «Regina Coeli» del 21 aprile 1991).

Questo volume contiene, nella traduzione italiana, tutti i documenti citati, dalla «Rerum novarum» alla «Centesimus annus».