Delegazione Regionale Caritas Liguria

Green pass e volontariato

Fare scelte ispirate al massimo senso di responsabilità

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La Delegazione delle Caritas Diocesane della Liguria si è riunita a Genova giovedì 21 ottobre, all’ordine del giorno anche il green pass. Voluto dal Governo con il decreto del 21 settembre 2021, l’applicazione delle norme sul green pass solleva dubbi nell’ambiente del volontariato. Quando in un ambito lavorativo sono presenti stipendiati e volontari il decreto obbliga tutti ad avere il green pass; non è invece chiaro come regolarsi dove c’è la sola presenza di volontari, situazione abbastanza comune nei centri di ascolto e servizi caritativi. La Conferenza Episcopale Italiana in una nota del primo di ottobre ha chiarito che “dall’ambito di applicazione soggettivo e oggettivo delle richiamate disposizioni restano esclusi i luoghi di culto e le attività di religione e culto ovvero le attività pastorali (ad es., catechesi). Quindi non è richiesta la verifica del “green pass” per i fedeli che si recano in chiesa per finalità liturgica”. Nella stessa nota è scritto: “pare opportuno, al di là delle previsioni normative statali e dei relativi obblighi e adempimenti, ribadire l’invito, soprattutto per coloro che a vario titolo sono coinvolti in attività pastorali caratterizzate da un maggior rischio di contagio …, di accedere, in mancanza di documentati impedimenti, alla vaccinazione quale concreto gesto e ‘atto di amore’ verso il prossimo”. La diocesi di Vicenza (www.diocesivicenza.it) ha pubblicato sul suo sito una tabella di facile consultazione; alla voce “Attività delle Caritas parrocchiali” si legge che agli operatori della carità è richiesto “di svolgere il servizio solo se ci si trova nelle condizioni previste per il certificato verde. Per le persone beneficiarie che accedono ai Centri di ascolto non viene richiesto il Green Pass, attenendosi precisamente al rispetto delle precauzioni sanitarie (uso della mascherina, distanza interpersonale di almeno un metro, aerazione della stanza, igienizzazione delle superfici dopo ogni colloquio, etc). Le condizioni di accesso delle persone beneficiarie dei servizi-segno dovranno essere valutate localmente” valutando il luogo in cui si svolge (sede autonoma con accesso esterno o luogo promiscuo, con eventuale compresenza di attività svolte da dipendenti, etc); e la tipologia dei servizi stessi (es. una mensa si configura come ristorazione, e richiede pertanto Green Pass se il pasto è consumato all’interno; la distribuzione alimenti si configura come un supermercato, e pertanto non richiede green pass per i beneficiari). In ogni caso è importante fare scelte ispirate al massimo senso di responsabilità.