Ufficio Migrantes

Cittadini stranieri presenti in Diocesi

Dati statistici aggiornati al 1 gennaio 2020

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Da diversi anni l’Ufficio Pastorale Migrantes della diocesi di Albenga-Imperia elabora i dati statistici relativi alla presenza di cittadini stranieri residenti nei comuni che fanno parte del nostro territorio. Quest’anno, con la collaborazione di Chiara, volontaria in servizio civile presso l’Ufficio, abbiamo realizzato questo lavoro. I dati riportati sono tratti dai siti ufficiali che i singoli comuni hanno reso noti ad uso pubblico. Essi sono aggiornati al 1° gennaio 2020, ma già comunque indicativi del flusso migratorio. Probabilmente questi ultimi due anni di pandemia hanno modificato ulteriormente la presenza dei migranti nei nostri paesi e sarà importante continuare a monitorare il territorio. I dati raccolti sono stati suddivisi in tabelle, vicariato per vicariato: Albenga, Alassio, Andora, Oneglia-Porto Maurizio, Diano, Loano, Pietra, Pieve di Teco e Pontedassio. Una tabella, infine, riassume i dati di tutti i dieci vicariati della Diocesi. Riteniamo che questo lavoro possa essere utile sia alle parrocchie che alle realtà ecclesiali e alle associazioni che operano nel campo sociale e assistenziale, pertanto lo presentiamo con l’auspicio che possa favorire un miglior lavoro per l’accoglienza e l’integrazione. I dati di questo elaborato sono anche consultabili sul sito internet della Caritas diocesana con la quale l’Ufficio collabora.

Con ciò che i comuni hanno reso pubblico, in ogni tabella, facciamo il raffronto con i precedenti dati del 1° gennaio 2016 e quelli del 2020, questo permette di valutare l’evoluzione migratoria secondo i paesi o le zone di provenienza. Ricordiamo, per chi volesse approfondire la conoscenza sulle persone straniere da noi residenti, che ogni comune, sul proprio sito internet, fornisce anche la distinzione dei migranti per età e genere. Per ogni comune, sulle nostre tabelle, segnaliamo la percentuale di presenze straniere confrontate con l’intera popolazione residente, che va da un massimo che si aggira intorno al 15% (es. Arnasco, Castelbianco, Pieve di Teco, con punte del 20 o 31% per piccoli paesi come Caravonica e Lucinasco) ad un minimo intorno o sotto il 5% (vedi Villanova, Balestrino, Boissano, Toirano, Giustenice, Magliolo, Tovo e Cosio). La media, sull’intera popolazione diocesana, si situa all’11,1%.

Dal quadro generale, tra il 2016 e il 2020, in quattro anni, emerge una sostanziale stabilità del numero dei migranti con un aumento di 144 persone su un totale di 18.383, un aumento inferiore all’1% (+ 0,78%) dovuto ad una rilevante diminuzione di presenze dalla Romania ed ancora più dall’Albania, e ad una minore, ma significativo rimpatrio di Equadoregni, Marocchini e cittadini dell’Europa occidentale; gli aumenti provengono invece dall’Africa sub Sahariana, dal Bangladesh, dalla Tunisia e dalla Cina.

Questi dati potrebbero essere usati per soddisfare una passeggera curiosità o essere archiviati, accantonati o buttati. Nostra speranza è che suscitino il desiderio di andare più nel profondo della conoscenza di questa realtà migratoria, che tanto fa discutere, interroga, indigna e potrebbe lasciarci indifferenti come no. Di fronte ad ogni fratello che soffre per aver dovuto abbandonare, per mille motivi, la sua gente, la sua terra, le sue tradizioni, risentiamo la domanda che un giorno Dio ha rivolto a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?” Dov’è posizionato nel tuo cuore, tuo fratello Abele? Forse siamo tentati di rispondere con le stesse parole di Caino: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?” (Gen 4,9). La bella sfida è proprio questa: con l’esempio e l’aiuto di Gesù siamo chiamati a prenderci cura del prossimo, come ci insegna nella parabola del Buon Samaritano (Lc 10, 29-37). Gesù si è preso cura di noi perché nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato vada perduto ma che abbia la vita piena in Lui. Per di più il Signore ci insegna, attraverso le opere di misericordia sia corporali che spirituali, ad incontrare, servire e amare Lui stesso in ogni uomo (Mt 25, 31-46). Impariamo ad ascoltare il fratello straniero. Impariamo a vedere nell’altro un dono, una possibilità di allargare orizzonti culturali, familiari, sociali … nell’esperienza della condivisione. È nell’egoismo che siamo veramente poveri, poveri di umanità! La nostra società occidentale sta mostrando tutta la sua fragilità nella chiusura di chi grida: “Prima i nostri!” e denuncia l’”invasione”. Erige barricate e chiude i porti. Disumanizzata non si lascia più coinvolgere dal dramma di chi, per guerra, fame, malattie, sfruttamento, soprusi deve lasciare tutto in cerca di un luogo dove sopravvivere mentre il suo diritto è quello di vivere in una comunità che Dio vuole giusta, vera, caratterizzata dalla Pace e dall’Amore. Apriamo la porta di casa, apriamo la porta del nostro cuore. Ogni parroco si confronti con i suoi fedeli e ogni fedele faccia comprendere al proprio don che certe imprese o battaglie, come quella di andare contro corrente ed accogliere uno straniero, si vincono con progetti, preghiera, opere confrontate e condivise. A volte si inizia un rapporto anche imparando il nome del “vu cumprà” che sta fuori del supermercato di zona, rivolgendo un saluto gentile allo straniero, a guardarlo negli occhi mentre compi un gesto di generosità. Offriamo la possibilità di lavoro dignitoso e una abitazione decorosa anche allo straniero perché non esiste, per il cristiano, “prima l’italiano” perché tutti siamo fratelli.

Il Sinodo universale, che sta muovendo i primi passi, ci invita, se vogliamo essere sinceri con noi stessi e con gli altri, a camminare insieme per annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che il Signore ci ha affidato con il dono dello Spirito Santo, che ci invita a crescere come Chiesa sinodale (dal documento CEI: indicazioni metodologiche per diocesi…). Il presente lavoro, arido nei suoi numeri e nelle statistiche, possa però suscitare una riflessione personale o comunitaria, muovendo la volontà alla realizzazione della Carità.

Un sentito grazie a chi ha dedicato del tempo per stilare questi tabulati. Il grazie più bello sarà il sapere che l’impegno profuso ha portato i suoi frutti in un buon utilizzo dei dati forniti.

Albenga, 6 gennaio 2022, Epifania del Signore

Don Edmondo Bianco, Direttore Ufficio Pastorale Migrantes Diocesi Albenga-Imperia