Libro

Quello che le etichette non dicono

Ecologia, Consumo responsabile

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Pierpaolo Corradini

14×21 pagine 224

EMI 2011 (seconda edizione 2013)

 

DALLA PREMESSA

Non si finisce mai di imparare. Dalla prima edizione di questo libro ho appreso molte cose che non sapevo, come il motivo per cui al supermercato le uova stanno sugli scaffali, ma una volta a casa devono essere messe in frigorifero, o come spesso le cagliate di latte in polvere tedesco o rumeno vengano congelate per poi diventare «prelibate» mozzarelle italiane. E le leggi cambiano. Spesso in meglio, talvolta in peggio. Le scritte sulle confezioni dovranno essere più grandi e la scadenza dovrà essere riportata anche sull’involucro interno dei prodotti inscatolati, per cui di ogni merendina, yogurt o sapone che sia, si potrà leggere la scadenza anche dopo aver buttato via la confezione esterna. D’altra parte, l’olio extravergine potrà essere «deodorato» (cioè scaldato a circa 230° per eliminare eventuali odori sgradevoli) prima della vendita. A distanza di due anni, di una cosa sono certo: bisogna stare costantemente all’erta, perché nonostante gli sforzi di legislatori, associazioni, medici, genitori e ogni altro soggetto che tenta di rendere la nostra vita migliore, la parte «cattiva» della Grande Industria è sempre in agguato, pronta a tutto pur di difendere i propri interessi. E poi, come dice il proverbio, «fatta la legge, trovato l’inganno».

QUARTA DI COPERTINA

Democrazia significa scegliere, un diritto che non si esercita solo nel chiuso della cabina elettorale, ma che si rinnova giorno per giorno nei piccoli gesti quotidiani: quando compriamo il giornale, quando entriamo in banca, quando facciamo la spesa. Ma per scegliere bisogna sapere, ed ecco la centralità dell’informazione che al supermercato assume il volto delle etichette. Questo libro parla di loro, spiega la loro struttura, la loro utilità, i loro limiti. È un viaggio per capire cosa ci raccontano, il linguaggio che usano, quanto ci possiamo fidare. Ma anche per mettere a fuoco i loro vuoti in modo da organizzarci per rivendicare ciò che ci spetta in nome della libertà e della responsabilità.