Afghanistan

Affrontare la situazione di emergenza profughi con realismo e concretezza

Evacuazione, Corridoi umanitari, Gestione dell’accoglienza, Ricongiungimenti familiari

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“Quanto sta accadendo in Afganistan – scrive Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – sta sollecitando oltre misura molte realtà ecclesiali, della società civile e della politica italiana e internazionale. Da più parti infatti in questi giorni si sono rincorsi appelli per avviare evacuazioni umanitarie o per aprire nuovi corridoi umanitari dall’Afghanistan, in taluni casi dedicati esclusivamente a donne e bambini”.

In questo difficile frangente, con l’aiuto degli esperti di Caritas Italiana, è bene ricordare alcuni semplici elementi di politica migratoria internazionale per affrontare la situazione con realismo e concretezza:

  • Le evacuazioni dall’Afghanistan riguardano alcune migliaia di collaboratori del contingente italiano e i loro famigliari. Il ponte aereo sarà disponibile fino a quando l’aeroporto di Kabul sarà sotto il controllo Usa (31 agosto).
  • I corridoi umanitari sono uno strumento attivabile solo da paesi terzi e non dal paese di origine di chi fugge. In altre parole non è possibile trasferire dei richiedenti asilo dal loro paese perché nessun governo lo permetterebbe.
  • L’accoglienza di chi arriverà attraverso le evacuazioni sarà gestita dal Ministero dell’Interno tramite il sistema SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) e CAS (Centri Accoglienza Straordinaria). I centri già attivi, anche in collaborazione con le Caritas Diocesane, accoglieranno chi giungerà in Italia con i ponti aerei dell’Aeronautica militare.
  • In Italia esiste da anni una comunità afghana, i cui membri all’occorrenza possono avviare le procedure di ricongiungimento familiare, al fine di mettere in sicurezza le persone rimaste in Afghanistan.

“La tragedia del popolo Afghano, le immagini che ci giungono, il susseguirsi delle notizie non possono che provocare dolore – scrive ancora don Francesco Soddu – ottenere il nostro sdegno e preoccupazione”. Caritas Italiana, nel concreto, chiederà l’attivazione di forme temporanee di protezione delle migliaia di afghani presenti in Europa, ma non ancora accolti o con i documenti in scadenza, che rischiano di essere espulsi; inoltre chiederà l’interruzione dei respingimenti in frontiera sulla rotta balcanica, che ha visto coinvolti anche molti cittadini afghani.