Cinquant’anni fa la Caritas Diocesana muoveva i suoi primi passi. Lo abbiamo raccontato nei due precedenti articoli e con questo ne seguiamo la storia. Siamo nel settembre 1975, monsignor Giovanni Nervo, presidente di Caritas Italiana, ringrazia la diocesi di Albenga-Imperia per i circa cinque milioni di lire inviati a sostegno delle popolazioni del Vietnam e per le finalità assistenziali nel Terzo Mondo. Nell’ottobre del 1975, il vescovo monsignor Alessandro Piazza nomina don Umberto Costa vicepresidente della Caritas Diocesana, assegnando a lui l’incarico particolare di «interessare alla Caritas i giovani, attraverso i sacerdoti addetti alla pastorale giovanile». Il 28 febbraio 1976 si riuniscono i membri della Consulta della Caritas Diocesana. Il resoconto della discussione riporta la varietà degli interventi: si apprezza il valore educativo della cassetta per i poveri che «non può mancare in nessuna chiesa»; l’invito a un più frequente richiamo all’aiuto materiale per i poveri; diffondere i sussidi informativi per il catechismo e le famiglie e coinvolgere in questo le librerie cattoliche San Michele di Albenga e San Giovanni di Imperia. Quando si fa osservare che «la Caritas parrocchiale» non sostituisce, ma collega e aiuta i gruppi già operanti» si sente l’eco del servizio “promozionale e formativo” che ha più in generale la Caritas Diocesana. Altro tema “Caritas e giovani”: si propone di coinvolgerli nella «raccolta di stracci e carta a sostegno della missione in Cile di don Adelio Gariboldi»; si valuta l’obiettivo di una “Caritas Giovani” a partire dagli iscritti all’Azione Cattolica. Altro tema ancora “Anziani e case di riposo”: dove ci sono opere parrocchiali, predisporre locali per l’incontro ricreativo degli anziani; promuovere la visita alle Case di Riposo anche insieme ai giovani, e «non solo nel tempo natalizio»; coinvolgere la Conferenza di San Vincenzo. Apprezzare la diffusione del servizio sociale presso i Comuni e costituire l’associazione cattolica per Assistenti Sociali. Tanti gli obiettivi individuati per la Colletta in occasione della Giornata della Carità da tenersi in tempo di Quaresima. In primo luogo, promuove in ogni parrocchia la diffusione del messaggio del papa per la Quaresima. Invitare poi a seguire «la puntata del 9 marzo alle ore 19 della rubrica televisiva “La fede oggi” trasmesso dal Programma nazionale sul tema “Caritas e Quaresima di carità”»; riservare nelle omelie di Quaresima il riferimento alla carità; celebrare veglie di preghiera con tema la carità; diffondere i quaderni editi dalla Caritas Nazionale; costituire nelle parrocchie il “Gruppo Caritas”; celebrare la colletta nella Giornata della Carità la III domenica di Quaresima; evidenziare la cassetta per la raccolta delle offerte per i poveri. Un’annotazione da risalto alla scelta fatta dal quotidiano Avvenire che in Quaresima «darà ampio spazio all’argomento: “come vivere la Quaresima di Carità”». Verso la fine dell’anno, «la Presidenza della Caritas Diocesana comunica che l’ammontare delle offerte pervenute a favore dei fratelli terremotati del Friuli è 40.375.120 di lire». Inoltre, fa sapere che per le emergenze è stato accantonato un fondo cassa di oltre 3.000.000 di lire per «intervenire prontamente prima ancora di indire la colletta» come già avvenuto, spiega, «per il sisma del Guatemala». (3. Continua)
LEGGI SU PONENTE7 del 23 luglio 2023